editoriale II fascicolo 2022
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editoriale
di Maurizio P. Faggioni
Novità o Fedeltà? Continuità o Discontinuità? La domanda si presenta, costante e onnipresente. C’è chi mette l’accento su uno o sull’altro aspetto e c’è chi ha cercato formule per comporre l’apparente inconciliabilità dei termini. Io credo, con tanti altri, che la Teologia sia come la vita: al medesimo tempo continua e nuova. Gli stessi cambi del paradigma teologico – che farebbero pensare a rotture epistemologiche – possono essere paragonati alle scelte esistenziali che ognuno di noi deve compiere in momenti critici e che comportano di intraprendere percorsi inediti senza che per questo cessiamo di essere noi stessi.
Il fil rouge di questo numero di Studia Moralia si trova proprio nella persuasione che la teologia deve essere capace di un’autentica novità nella continuità. In questo senso p. Michael Brehl, Superiore Generale dei Redentoristi, aprendo la Giornata di Studio a conclusione delle feste centenarie per il Dottorato di sant’Alfonso, ha affermato che «la storia è indispensabile per la teologia morale perché essa indica, a chi è capace di coglierla, la via per il futuro». Sono gli stili a dare continuità e la vocazione dell’Accademia è quella di fare una teologia per l’oggi secondo lo stile alfonsiano. Su questa linea di continuità ha insistito p. Sabatino Majorano nel suo intervento La verità morale come verità salvifica, indicando la necessità di assumere la «prospettiva salvificamente pratica» che caratterizza la proposta di sant’Alfonso e ricordandoci come «il radicamento nel Cristo, che rende salvifica la verità morale, esige che seguitiamo, come direbbe il de Liguori, il Suo esempio, cioè che facciamo nostra anche la via della kenosis misericordiosa che lo stesso Cristo ha scelto per comunicarla». Nel suo pensoso intervento, Alfonso Maria de Liguori nel groviglio della modernità, Antonio Autiero propone una lettura dell’opera alfonsiana nel contesto della cultura illuminista, cercando di mostrare che Alfonso «in un certo senso… abita la cultura del suo tempo, ne respira le intenzioni profonde e le declina sul suo versante teologico e pastorale». La trilogia degli interventi è completata dal Card. Pietro Parolin che si è ispirato a una espressione di papa Francesco in Fratres omnes “Coscienze mature per una Chiesa adulta”. L’illustre relatore ha sottolineato come l’Accademia, coerente con l’ispirazione alfonsiana, cerchi di rispondere alle «nuove sfide che il rapido mutamento della nostra società incessantemente pone alla coscienza cristiana».
Si presentano quali preziosi exempla di questa continuità teologica che assume la storia con occhi di attualità, il saggio di Cataldo Zuccaro su La concezione della materia nella determinazione del peccato, le riflessioni di Peter G. Kirchschläger su La virtù cardinale della fortezza e la quaestio proposta da Giovanni Del Missier Quando le circostanze mutano la specie intrinsecamente illecita. Considerazioni a latere di Amoris laetitia. Immerso nella dramma della pandemia di Covid, l’intervento di Roberto Massaro ci conduce a fare “piccoli passi per una ricomprensione del mistero del dolore umano” così da imparare ad abitare il limite e a prenderci cura dell’uomo sofferente.
Mette a fuoco il tema del cambio di paradigma teologico il seminario su Amoris laetitia. Verso un nuovo paradigma ecclesiale del matrimonio e della famiglia con i contributi di Giovanni Del Missier, María Martha Cúneo e Humberto Miguel Yáñez. È noto che l’ermeneutica storica elaborata da Kuhn per le scienze, benché sia stata accolta trionfalmente in ambiti anche molto distanti da quello originario, non è andata esente da critiche e, soprattutto, corrisponde solo in modo approssimativo allo sviluppo reale delle discipline scientifiche. Si presta, tuttavia, a inquadrare in uno schema semplice le svolte epocali del pensiero, anche se in campo teologico il cambio di paradigma, per la natura propria della teologia, non può toccare la sostanza del discorso, ma resta prevalentemente prospettico. Per questo giustamente Del Missier parla di «una trasposizione analogica e adattata al particolare contesto della riflessione sul dato rivelato». Sembra d’altra parte indubitabile che la centralità dell’amore nella teologia della sessualità e del matrimonio di Gaudium et spes sia stata percepita come un cambio di paradigma e sembra altrettanto indubitabile che Amoris laetitia riprenda e sviluppi quel paradigma personalista e ne proponga una attuazione in ambito pastorale attraverso un sano realismo, una evangelica misericordia e un sapiente discernimento.
Nella sezione Convegni e commenti, Alessandro Rovello offre una sintesi dei lavori del XXIX Congresso dell’ATISM, dal titolo intrigante: Il fascino (in)discreto del denaro. Itinerari interdisciplinari per un’etica economico-finanziaria. Non dimenticando lo statuto epistemologico di ciascuna disciplina e lo specifico contributo che può venire dal pluralismo, «si è cercato […] di delineare una visione dell’uomo e del bene in una prospettiva integrale, proponendo un’etica economica antica e nuova animata dalla ricerca dell’autentico bene comune e del progresso dei popoli».
Le recensioni, infine, sono molto stimolanti e tutte, in qualche modo, rimandano alle questioni del rinnovamento e della continuità dei modelli ermeneutici operanti in teologia.
Chiude il volume la Cronaca dell’anno accademico 2021-2022, curata dalla Segretaria Generale Danielle Gros. Vediamo emergere da queste pagine volti, voci, eventi, storie di una istituzione accademica che, in continuità con una grande tradizione, sta spargendo nel campo della Chiesa semi fecondi. La Cronaca consegna la vita alla storia, ma, per grazia di Dio, la vita già veleggia oltre la storia.
Colgo l’occasione di questa chiacchierata amichevole per congedarmi dai nostri lettori perché, per naturale avvicendamento, questa è l’ultima volta che firmo l’introduzione a Studia Moralia. Un caro saluto a tutti e a tutte.